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BikeMi, Amsterdam e Giro d’Italia

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Francesco a MilanoDue pedalate con il Bikemi sono state il trampolino di lancio di Francesco per una quattro giorni all’insegna delle bici. Le “gialle” di Milano hanno dato il via allo scorrere del tempo, scandito dal girare, continuativo, di ruote che giravano. Dall’Italia ad Amsterdam, a seguire il Giro d’Italia in trasferta, che rende omaggio al paese delle biciclette.
Francesco è mio fratello, un giovane medico ventisettenne con una smisurata passione per il ciclismo trasmessa da nostro padre. Tifoso e ciclista con caratteristiche da passista, per la prossima stagione deve lavorare sullo sprint per raggiungere il traguardo che si è prefisso, entrare nella scuola di specializzazione di oculistica. Per vincere quella volata occorre essere al massimo e come sempre bisogna fare i conti con avversari e insidie del rettilineo finale. Amsterdam è il meritato premio di laurea e anche sul volo che ci porta lì, le pale dei reattori che girano vorticosamente, scandiscono il tempo e ricordano le ruote che gireranno a più non posso in questi giorni.
Amsterdam, lo si sapeva già dalle cifre, è una città a misura di ciclista urbano, seicentomila biciclette per ottocentomila abitanti. Non facciamo altro che constatarlo quando, camminando dalla stazione al nostro alloggio, ne vediamo in giro tantissime e altrettante a “riposare” agganciate ai pali, alle panchine e ovunque ci sia uno spazio libero.
Queste ruote olandesi, hanno il privilegio di poter gironzolare sempre sulle piste ciclabili cittadine, sempre affiancate alle carreggiate delle auto, poche e rispettose.
Sabato è il giorno del prologo e Francesco non si fa scappare l’occasione di scoprire gli otto chilometri e mezzo del percorso in sella. Affittiamo due bici in uno dei tantissimi punti della città dove è possibile farlo a prezzi ragionevoli, fermamente decisi a non scendere a compromessi con i tram o la metropolitana, ci riusciremo per l’intera durata del soggiorno. Si avvicina il momento della partenza e nonostante la gente cominci ad accalcarsi alle transenne noi, riusciamo a coprire l’intero tracciato, su è giù, due volte. Il tempo continua a passare piacevole perché si scopre la città, la si vive, al di là delle transenne adesso girano anche le lenticolari posteriori e quelle anteriori ad altissimo profilo dei professionisti ma a scandire il ritmo adesso c’è il tic tac del cronometro, ore 14, parte il novantatreesimo Giro d’Italia.
I boati e le ovazioni della gente al passaggio di ogni ciclista, proprio tutti, nascono dalla profonda cultura, radicata in anni di ciò che definirei, abitudine alla bicicletta come abitante della città, primo mezzo di trasporto che non disturba il traffico, anzi l’aiuta.
Normale che questa fenomenale concezione sia ormai radicata qui dove si può fissare la nascita del bike sharing, quello europeo almeno. Nel 1965, il movimento controculturale dei Provos (provocatori) sostenne campagne contro il consumismo ed a favore dell’ecologia, stilando anche un progetto chiamato “Piano delle biciclette bianche” che mirava alla progressiva sostituzione del traffico motorizzato attraverso la distribuzione pubblica di bici di proprietà comune. Le biciclette bianche diventarono il simbolo di quel movimento e ad esse va sicuramente il merito di aver indicato la giusta via da seguire che oggi ci regala la splendida visione di centinaia di migliaia di bici, arancioni come i colori nazionali, rosa in omaggio al Giro d’Italia e, permettetemi, tutte con un anima verde, verdissima come l’ambiente che viene rispettato.
Wiggins vince la cronometro e indossa la maglia rosa, noi abbiamo vissuto la nostra giornata, piacevolmente ciclistica e abbiamo assistito anche alla vittoria delle bici sulle auto, alla vittoria di un’idea diversa di movimento.
Con Francesco pedaliamo tra i canali, le piazze e i quartieri di Amsterdam anche domenica, 9 maggio, che in Italia vede in atto la prima Giornata nazionale della Bicicletta. Questa manifestazione, istituzionalizzata dal Ministero dell’Ambiente, cerca sicuramente di promuovere, in ogni città che ha aderito al Bici Day, l’utilizzo della bici, almeno un tentativo per rendercela familiare e farci capire che oltre che ecologica è comoda, fa anche risparmiare tempo sui tragitti medi e se si vuole anche denaro.
Abbiamo forse un’innata pigrizia noi italiani, o la visione parziale della bici intesa solo come attività sportiva e poco come mezzo di trasporto. Abbiamo visto olandesi prendere in spalla il proprio mezzo per salire sul cavalcavia e cambiare lato della strada senza battere ciglio per il piccolo sforzo o per l’attesa nella coda da rispettare, forse questa è vera civiltà. La condivisione delle biciclette, quella letterale che è il bike sharing, è quasi nascosto in una città come Amsterdam e se non fosse per un esemplare esposto alla stazione centrale non avrei visto la parente olandese del bikemi, soppiantata del tutto dall’abnorme diffusione di bici proprie e in affitto.
I nostri giorni scorrono veloci, quasi accelerati dalla pedalata, agile, che la città ci ha permesso e forse solo quando stavamo per risalire sull’aereo, con le pale che ritornano a mulinare, ci manca già quell’aria fresca in faccia e il benessere fisico di una passeggiata dopo pranzo piuttosto che la possibilità di fermarsi davanti ad uno scorcio incantevole fra i canali o inchiodare alla vista di una tipica bellezza olandese che ti attraversa la strada. Tutto questo in Italia ancora non è la quotidianità ma i passi avanti si stanno facendo, è la gente che può decidere ogni giorno di fare la sua rivoluzione, come 45 anni fa fecero i Provos, le cui biciclette bianche sono citate in una canzone omonima del 1967 di Caterina Caselli e che si chiude con un sogno: ” Andremo per tutto il mondo poi, su biciclette bianche e tante voci sentirai cantare assieme a noi, come noi”. La musica sfuma sbarchiamo a Milano, le bici da bianche tornano gialle e i 400 chilometri di piste ciclabili della sola Amsterdam sono alle spalle ma abbiamo vissuto in un’oasi. Francesco continuerà a pedalare verso il suo sogno e le ruote cominciano a girare anche in Italia che adesso non è più un deserto.
Wiggins maglia rosaFrancesco ad Amsterdamprovos whitebike


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